«"Qual è la forma dell'acqua?". "Ma l'acqua non
ha forma!" dissi ridendo: "Piglia la forma che le viene
data"».
La forma dell'acqua
Andrea Camilleri
L'acqua sostiene, eliminando ogni peso, sia fisico che mentale,
libera i pensieri, permette l'esistenza della vita. Così come lo stile
letterario dell’autrice che, al pari del suo elemento, abbraccia il lettore
assumendone la forma, in modo da sostenerlo per tutta la durata del racconto e
anche oltre. Anche il non scritto è evidente, racconta di emozioni tangibili
senza dir nulla. "No-no" (nonno). Punto. E dietro questo punto un
mondo.
Quando ho iniziato a leggere Rinascerò pesce, sapevo già qual era l'argomento principale: l'autismo. Mi sono
immersa in questa delicata storia d'amore, in un mondo riscaldato dal sole,
dove ogni dettaglio fa la differenza e a fine libro mi sono accorta che,
sebbene non avessi pregiudizi negativi, in realtà non sapevo proprio niente
sull'autismo e su tutte le sindromi dello spettro autistico.
L’autrice mi ha presa per mano e mi ha mostrato con delicatezza
altri punti di vista.
Il dolore, la malattia, sopratutto quella neurologica, ci
spaventano a tal punto che allontaniamo tutto ciò che ce li ricorda in qualche
maniera. Nessuna accusa per carità, siamo umani e non credo esista al mondo
qualcuno che scelga di soffrire volontariamente, ma c'è un esercito di mamme,
papà, famigliari, medici, ricercatori, volontari, tutti schierati in prima
linea per combattere sofferenza e pregiudizio, perché come recita un proverbio
africano, “Per crescere un
bambino ci vuole un intero villaggio”.
La forza motrice di questo chiassoso e allegro esercito è
l'amore, sconfinato, multiforme, che abbatte i muri dell'indifferenza,
dell'ignoranza e costruisce ponti colorati con la conoscenza. Non è semplice,
non lo hanno scelto e non lo hanno voluto, ma hanno deciso di amare.
Perché ne sono sicura, l'amore salverà il mondo!
C'è modo e modo...da sempre, i "come" fanno la
differenza.
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