
Una sorta di romanzo che indaga e racconta, tramite diverse storie, quelle che sono le paure e le ferite della società attuale.
Una società segnata da una crisi economica e dalle sue ripercussioni sociali, con danni irreversibili: suicidi, prostituzione minorile , malattie, malagiustizia, violenza sulle donne, emigrazione, malattie. Conseguenze che si ripercuotono indistintamente su tutta la società, in varie forme e dimensioni.
Le brevi storie narrate, raccolgono testimonianze dei vari protagonisti, donne e uomini, di diverse generazioni, ognuno porta avanti la propria battaglia, dalla quale, purtroppo, quasi mai, ne escono vincitori.
Storie ambientate in diverse località italiane: Avellino, Benevento, Campobasso, Solofra, Roma, Siena, sino ad andare oltre il confine, arrivando a Parigi.
Un Paese, il nostro, visto con occhi realistici e descritto in maniera drammaticamente vera.
Diverse denunce, tra le quali quella fatta contro l’incuria e l’avvelenamento dell’aria che si respira e che giorno per giorno avvelena inesorabilmente, accrescendo sempre più spaventosamente il numero di tumori diagnosticati negli ultimi decenni. Tutto a causa di sporchi giochi economici e politici.
Disagi e problematiche che si ripercuotono sulla personalità degli individui, messa a durissima prova, fino al punto da renderli incapaci di ribellarsi alla loro condizione, e al loro stesso destino. Disagi individuali , che sono i disagi di un’intera epoca. Un’epoca di illusioni, di falsi ideali e stereotipi.
Un’epoca in cui, secondo l’autrice, Rosa Mannetta:
“Tutti cercano la vita nell’amore, la sola panacea del dolore”,
perché, in realtà, la crisi più drammatica è quella dei valori umani, l’indifferenza, l’odio.
Una lettura semplice per la forma, ma di forte impatto emotivo, che richiama a riflettere su quelle che sono le responsabilità individuali e collettive.
Il titolo, “Storie di vite rubate”. Il messaggio che trasmette è che di vita ne abbiamo una sola, se ce la rubassero, se ce la dissacrassero, bisognerebbe averne un’altra vita, un’altra possibilità, o perlomeno la forza di aggrapparsi alla propria, difendendone i diritti, la dignità, i sogni e le speranze.
Questo un bellissimo passo del libro:
“Vita. Una parola semplice. Una parola complicata. Una sola parola. Nessun’altra. Ma se…accanto a vita ci fosse altra? Un’altra vita. Un’altra vita. Un’altra storia. Un altro capo da cui iniziare. Un nastro da riavvolgere e da riascoltare. Una seconda possibilità. Soltanto un’altra vita. E se avessimo davvero un’altra vita…?”
Chiude il libro il “Dialogo con Morte”, di Francesco Arciuoli, un racconto allegorico, emozionante. Un dialogo tra la Morte e un uomo stanco della vita, delle sue sfide, delle sue delusioni, dei suoi fallimenti, e vorrebbe farla finita.
Ma ecco, proprio qui, un monito ad andare avanti e a non scoraggiarsi.
(a cura di ANGELICA LABIANCA)
(a cura di ANGELICA LABIANCA)
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