"I libri pesano tanto, eppure chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole".
Luigi Pirandello "Il fu Mattia Pascal"

martedì 28 aprile 2015

Teresa Antonacci, "C'è modo e modo", (Intermedia edizioni, 2015)

...il sentimento aveva prevalso. Quel sentimento che non riesci a connotare, quella apparente pace dentro che non lascia spazio a dubbi, quella fame atavica di felicità così grande da pensare che se non ne avessi approfittato, se non mi fossi sfamata, proprio allora in quel momento, non l'avrei mai più provata per nessuno.
 
 

Teresa Antonacci, "C'è modo e modo" (Intermedia edizioni, 2015)

È la vita stessa che ci cambia, ci illude e poi ci inganna, mescolando le carte in tavola e lasciandoci gli scarti a portata di mano. È vero che sta a noi decidere se approfittare di quello scarto o pescare una nuova carta dal mazzo, ma non sempre la ragione riesce a prevalere sull'impulso e io, ormai lo so, ho troppo cuore in testa!
 
 

Erri De Luca, "Il giorno prima della felicità"

"Ma i denari possono fare solo quello, farti sembrare."
"Dicono che i denari non puzzano, invece puzzano e fanno puzzare chi se li mette addosso."

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/ricchezza-e-poverta/frase-158093?f=a:7341>

martedì 21 aprile 2015

James, "La belva nella giungla"

Marcher appariva a May un po' stravagante, ma ella gli voleva bene egualmente ed era in realtà, contro il resto del mondo, la sua gentile e prudente custode, non compensata ma assai interessata e, in mancanza di altri stretti legami, occupata in un modo non indecoroso. Il resto del mondo naturalmente lo giudicava bizzarro, ma ella, ella soltanto, sapeva quanto, e soprattutto perché, fosse bizzarro, ed era precisamente ciò a consentirle di stendere su di lui secondo le pieghe volute un velo geloso. 
 

 

mercoledì 15 aprile 2015

Elena Rose, "Ti guardo da quassù"

 
Quando il cuore sceglie di seguire un’altra via
 
Ginny si chiuse in un silenzio imbarazzato e snervante, non riusciva a capire da dove iniziare. Prese un respiro profondo e strinse i pugni fino a far conficcare le unghie sui palmi delle mani. “Ian ti chiedo scusa.”, disse di getto, come per paura che quelle parole potessero scappare. “Vieni qui.”, disse lui. Le prese il viso tra le mani e la baciò con così tanta irruenza da farle quasi male. L’abbracciò stretta, avvolgendo le sue braccia attorno alla vita stretta e sottile di Ginny. “Non ti azzardare a cacciarmi ancora. Non lo fare mai più.”, disse lui tra un respiro e l’altro. Non si poteva sapere chi dei due necessitasse di più di quel tocco e di quel bacio. Sembravano entrambi in cerca di ossigeno che solo l’altro poteva dare. “Non lo farò più, promesso.”, rispose lei poggiando la testa sul suo petto caldo e rassicurante. Ian le porse la busta con l’invito alla serata di gala e scrutava la sua espressione per capire cosa provasse in quel momento. “Cos’è?”. “Un invito. Per la festa annuale della mia società. Vieni con me?”, chiese Ian. Sembrava più una supplica che una domanda. In quel momento Ginny avrebbe voluto piangere dalla gioia, il suo cuore pompava così veloce che il corpo le si riempiva di calore. Per tutto il giorno aveva pensato che Ian non avrebbe più voluto vederla. Lui aveva fatto tanto per conquistarla e lei lo aveva respinto. Ancora. Si immaginava di dover chiamarlo giorno e notte per riuscire a farsi perdonare ed era pronta ad affrontare tutto per lui. Forse anche quello che fino a quel momento non aveva mai preso in considerazione. Lui l’aveva perdonata. Di nuovo. Aveva riaperto le braccia per farla tornare a respirare senza che lei se lo meritasse. Era riuscito a vedere oltre quella rabbia e quell’orgoglio che riempiva la testa di Ginny. “Non mi merito tutto questo.”, disse con la voce rotta dall’emozione. “Senti... non mi è piaciuto quello che mi hai detto ieri sera. Non lo nego. Ma voglio pensare che non ci sia niente di irrimediabile e voglio farti capire che non sei sola come pensi.”, Ian prese fiato. “Non starò qui a guardare mentre ti distruggi con le tue stesse mani. Prima o poi dovrai uscire da questo tunnel, con le buone o con le cattive. E voglio che tu capisca che alla fine di quel tunnel ci sono io, pronto a prenderti se cadi.”, concluse. Aveva la voce roca, come se non riuscisse nemmeno lui a contenere l’emozione. “Ci proverò, te lo prometto. Solo, ti prego, dammi tempo.”, disse lei guardandolo. Una lacrima arrivò a lato delle labbra di Ginny e Ian l’asciugò con il pollice. “Tutto il tempo che vuoi, basta che mi lasci stare al tuo fianco.”

martedì 14 aprile 2015

Gianni Rodari

Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza vorrei mettermi a vendere sai cosa? La speranza.
 


mercoledì 8 aprile 2015

Alessandro Baricco, Seta

Mi senti? Sono qui, ti posso sfiorare, è seta questa, la senti?
La seta del mio vestito, non aprire gli occhi e avrai la mia pelle, avrai le mie labbra, quando ti toccherò per la prima volta sarà con le mie labbra, tu non saprai dove, a un certo punto sentirai il calore della mie labbra, addosso, non puoi sapere dove se non apri gli occhi, non aprirli, sentirai la mia bocca dove non sai, d’improvviso, forse sarà nei tuoi occhi, appoggerò la mia bocca sulle palpebre e le ciglia, sentirai il calore entrare nella tua testa,
e le mie labbra nei tuoi occhi, dentro.



Haruki Murakami, “Norwegian Wood”

Forse noi due ci cercavamo molto più di quanto noi stessi pensassimo. E così abbiamo finito per prendere la strada più lunga e più contorta. Forse io non avrei dovuto fare quello che ho fatto. Ma non ho potuto farne a meno. E volevo dirti che la sensazione di intimità e tenerezza che ho provato per te, è stata un’emozione che non avevo mai sentito prima nella mia vita.