"I libri pesano tanto, eppure chi se ne ciba e se li mette in corpo, vive tra le nuvole".
Luigi Pirandello "Il fu Mattia Pascal"

mercoledì 15 aprile 2015

Elena Rose, "Ti guardo da quassù"

 
Quando il cuore sceglie di seguire un’altra via
 
Ginny si chiuse in un silenzio imbarazzato e snervante, non riusciva a capire da dove iniziare. Prese un respiro profondo e strinse i pugni fino a far conficcare le unghie sui palmi delle mani. “Ian ti chiedo scusa.”, disse di getto, come per paura che quelle parole potessero scappare. “Vieni qui.”, disse lui. Le prese il viso tra le mani e la baciò con così tanta irruenza da farle quasi male. L’abbracciò stretta, avvolgendo le sue braccia attorno alla vita stretta e sottile di Ginny. “Non ti azzardare a cacciarmi ancora. Non lo fare mai più.”, disse lui tra un respiro e l’altro. Non si poteva sapere chi dei due necessitasse di più di quel tocco e di quel bacio. Sembravano entrambi in cerca di ossigeno che solo l’altro poteva dare. “Non lo farò più, promesso.”, rispose lei poggiando la testa sul suo petto caldo e rassicurante. Ian le porse la busta con l’invito alla serata di gala e scrutava la sua espressione per capire cosa provasse in quel momento. “Cos’è?”. “Un invito. Per la festa annuale della mia società. Vieni con me?”, chiese Ian. Sembrava più una supplica che una domanda. In quel momento Ginny avrebbe voluto piangere dalla gioia, il suo cuore pompava così veloce che il corpo le si riempiva di calore. Per tutto il giorno aveva pensato che Ian non avrebbe più voluto vederla. Lui aveva fatto tanto per conquistarla e lei lo aveva respinto. Ancora. Si immaginava di dover chiamarlo giorno e notte per riuscire a farsi perdonare ed era pronta ad affrontare tutto per lui. Forse anche quello che fino a quel momento non aveva mai preso in considerazione. Lui l’aveva perdonata. Di nuovo. Aveva riaperto le braccia per farla tornare a respirare senza che lei se lo meritasse. Era riuscito a vedere oltre quella rabbia e quell’orgoglio che riempiva la testa di Ginny. “Non mi merito tutto questo.”, disse con la voce rotta dall’emozione. “Senti... non mi è piaciuto quello che mi hai detto ieri sera. Non lo nego. Ma voglio pensare che non ci sia niente di irrimediabile e voglio farti capire che non sei sola come pensi.”, Ian prese fiato. “Non starò qui a guardare mentre ti distruggi con le tue stesse mani. Prima o poi dovrai uscire da questo tunnel, con le buone o con le cattive. E voglio che tu capisca che alla fine di quel tunnel ci sono io, pronto a prenderti se cadi.”, concluse. Aveva la voce roca, come se non riuscisse nemmeno lui a contenere l’emozione. “Ci proverò, te lo prometto. Solo, ti prego, dammi tempo.”, disse lei guardandolo. Una lacrima arrivò a lato delle labbra di Ginny e Ian l’asciugò con il pollice. “Tutto il tempo che vuoi, basta che mi lasci stare al tuo fianco.”

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